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Il Parco Residenziale: social housing

Il rapporto tra aree urbane e rurali è un tema che interseca diverse discipline scientifiche ed è oggetto di separate politiche settoriali e strutturali; caratterizza, per fenomeni di segno opposto, problematiche economiche, sociali e territoriali, si manifesta in modo assai differenziato nel tempo e nello spazio poiché è un processo in continua evoluzione. Si tratta di una questione complessa che si affaccia sullo scenario dell’evoluzione delle politiche europee. L’area di progetto interessata confina a ovest con la caserma Lusignani e si attesta a sud su via Einaudi, in corrispondenza della rotonda su cui si innesta la bretella stradale di collegamento alla tangenziale di San Nicolò, asse che raccoglie il flusso di ingresso alla città proveniente da ovest. A nord e a est si interrompono alcune strade del quartiere: via Vittime della Pertite, via Badiaschi, via Vigotti. La zona si configura attualmente come un “vuoto urbano” all’interno di un tessuto caratterizzato dalla presenza di edifici a prevalente destinazione residenziale, ove mancano servizi e negozi di vicinato. Il progetto di Ponzini prevede in quest’area la realizzazione di un “parco residenziale” in quanto la crisi del mercato del lavoro ha portato a fenomeni di degrado sociale e ambientale, in particolare per le fasce più deboli della popolazione, determinando così un forte aumento della domanda di alloggi sociali in affitto, a fronte di una modesta disponibilità di alloggi pubblici.
A questa fascia di popolazione si aggiunge quella composta da famiglie a reddito medio-basso che
devono impegnare per l’affitto dell’abitazione una parte rilevante delle proprie entrate. Pertanto, considerando l’aumento del fabbisogno di edilizia a prezzi calmierati, occorre sostenere le politiche abitative sociali, in funzione di una riduzione del disagio e di un miglioramento della qualità dell’abitare. Nell’area della Veggioletta, oggi popolata da centinaia di famiglie, la richiesta di social housing potrebbe trovare risposta nell’espansione edilizia prevista dal Piano in oggetto, che deve prevedere un tessuto residenziale anziché produttivo su tutta l’area compresa tra via Veggioletta e la caserma Lusignani. Il social housing si colloca a metà tra l’edilizia popolare e le proprietà private vendute o affittate a prezzo di mercato. L’obbiettivo principale di questa edilizia sociale è di fornire alloggi con buoni o ottimi standard di qualità, a canone calmierato, che non superi il 25%-30% dello stipendio. Inoltre, il social housing è caratterizzato da progetti di tipo sociale che hanno lo scopo di far nascere comunità e sviluppare l’integrazione, come ad esempio l’utilizzo di spazi e servizi comuni tra gli abitanti. Per il suddetto motivo, verranno destinati spazi comuni a uso esclusivo degli abitati gestiti dai residenti stessi, attraverso associazioni costituite ad hoc (far parte di queste associazioni è condizione indispensabile per poter accedere agli alloggi). L’architetto è orientato alla realizzazione di tutto ciò che prevede l’insediamento di edifici destinati appunto al social housing, per rispondere, in primo luogo, alla crescente richiesta abitativa di edilizia residenziale sociale. Sono state previste inoltre, all’interno dell’area, superfici a destinazione commerciale a piano terra, in modo da soddisfare la carenza di negozi di vicinato nella zona, attraverso la realizzazione di quattro edifici a torre di 4-6 piani, che si pongono al limitare dell’area; ricavando nella parte sud uno spazio comune su cui si andrà a insediare un edificio comunitario destinato al culto. I fabbricati residenziali in progetto si inseriscono nel tessuto edilizio esistente, poggiando su un piano terra porticato e sviluppandosi per i piani di residenza, con differenti tagli di alloggi per garantire flessibilità e un’auspicata unione tra le varie categorie sociali. Al piano terra gli spazi sono liberi di interagire con il verde, rimanendo comunque confermato il completamento della viabilità interrotta su via Einaudi, e quello di via Vittime della Pertite, fino alla rotonda di via Einaudi, garantendo in questo modo un accesso all’area nel rispetto delle indicazioni del Piano.

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