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Restauro del Castello della Boffalora

Agazzano

Situato nell’ambito del territorio comunale di Agazzano (PC), fra le vallate dei torrenti Luretta e Tidone, il castello della Boffalora dista circa 30 km da Piacenza. Il fortilizio si erge sul versante di una delle prime colline che fanno da “quinta” alla pianura piacentina, a circa 300 m di altitudine, in posizione paesaggistica emergente.
Il castello della Boffalora è ubicato su un’area di circa 55.000 mq e ha una superficie coperta di circa
1550 mq. Il castello ha un impianto planimetrico quadrangolare e delimita un cortile centrale a pianta rettangolare che consente di iscrivere il fortilizio nell’ambito della tipologia tipicamente medievale del “castello-residenza”. La caratteristica delle torri quadrate assimila il castello della Boffalora alla maggioranza dei castelli tre-quattrocenteschi presenti nelle altre province dell’Emilia-Romagna,
dove tali torri rappresentano la norma. A Boffalora però ve ne sono cinque: infatti, sopra l’ingresso troviamo la quinta torre che conferisce un fascino particolare alla costruzione. Intorno al 1700, Boffalora, come altri castelli, si trasformò da fortezza a difesa del territorio in palazzoresidenza,
come si individua da un’osservazione anche superficiale delle strutture sia esterne sia interne dell’edificio, che rivelano un composito “mosaico” di interventi di diversa datazione ed entità.
Quando l’architetto Ponzini venne chiamato a progettare il restauro, il castello nel suo complesso si
presentava in un cattivo stato di conservazione.
Il tetto dell’edificio era diffusamente sconnesso e in parte crollato, sia per quanto riguarda il manto di copertura in coppi, sia rispetto all’orditura principale e secondaria in legno. Il naturale invecchiamento degli elementi lignei e lo scollegamento del manto di copertura lasciavano filtrare l’acqua piovana, aggravando il deterioramento dell’orditura lignea, tanto che, a fronte di possibili cadute di tegole dal tetto, si è reso necessario un intervento di transennamento. La muratura portante era caratterizzata da profonde lesioni che ne minavano la stabilità, mettendo a rischio la sicurezza. I dissesti strutturali coinvolgevano anche le volte e gli orizzontamenti di tutto il complesso, dai sotterranei al sottotetto.Attraverso l’osservazione diretta e l’analisi delle lesioni
presenti nelle strutture portanti, si sono potute individuare diverse tipologie di dissesto, imputabili
a una serie di concause:
- cedimento del terreno;
- spinte orizzontali create dai carichi eccentrici e dagli orizzontamenti a volte o ad archi;
- deformazioni e spanciamenti di elementi in muratura dovuti allo schiacciamento eccentrico dei carichi o a momenti flettenti trasmessi dalle strutture del castello;
- giunti e discontinuità nella muratura.Alla prima categoria (cedimenti del terreno) fanno capo le numerose e profonde lesioni che interessano l’ala orientale del castello. Il formarsi di questi effetti è principalmente da attribuirsi a un deterioramento delle caratteristiche geomeccaniche dei terreni d’imposta. Le spinte orizzontali create dagli orizzontamenti a volte e l’insufficiente azione delle
catene hanno inciso, forse in modo maggiore,

 

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