Concorso per una torre sul Po a Piacenza
(capogruppo arch. Carlo Ponzini
ing. Paolo Milani)
Piacenza
Per questo concorso Carlo Ponzini intende fare una citazione emblematica: la torre di Mosca progettata da Mel’nikov negli anni della Rivoluzione. Un esempio di architettura cinetica, un edificio con un’anima centrale immobile e di forma circolare nella quale situare scale elicoidali e un ascensore. Attorno a tale nucleo, il progetto prevede cinque piani capaci di una rotazione unitaria per richiamarsi all’elica. I materiali con cui l’edificio viene proposto sono acciaio
e vetro. Il fabbricato ideato da Ponzini adotterà le tipologie strutturali del corpo a torre in calcestruzzo armato nella porzione interessata dal flusso fluviale. Telai reticolari spaziali in acciaio saranno a sostegno dei volumi sbalzanti dal nucleo centrale, anch’esso realizzato con analoga struttura; e una totale autonomia dell’edificio rispetto all’adiacente ponte stradale. La scelta di adottare elementi spaziali in acciaio è dettata dalla motivazione di aderenza allo schema statico, già a suo tempo ipotizzato da Mel’nikov, ma anche di leggerezza strutturale idonea per gli elementi marcatamente aggettanti; e con la possibilità di prefabbricazione a terra di elementi strutturali da porre in opera nell’alveo fluviale. Il corpo tronco conico cavo, che costitusce la porzione di struttura parzialmente immersa, avrà un diametro variabile da 5 a 8 m, con spessore della parete in calcestruzzo armato pari a 100 cm. La struttura in elevazione, realizzata con carpenteria metallica a schema reticolare spaziale, è realizzata per assemblaggio meccanico di ciascuno dei cinque piani, che risultano provvisti di propria autonomia strutturale per potere essere prefabbricati a terra.
La parte superiore della torre (quattro piani più la torretta) potrà ruotare, con un lento movimento (programmabile secondo il percorso del sole nell’arco temporale), rispetto al piano di collegamento al ponte, mediante l’installazione di due ralle con cuscinetti a sfera che garantiranno un idoneo vincolo di ordine statico-strutturale, oltre a una rotazione con minimi attriti. Il corpo ascensore sarà collegato all’elemento rotante per cui al piano di ricevimento del pubblico è previsto uno spazio anulare. Accogliendo lo spirito e la sfida del bando di gara, lo Studio Ponzini ha ideato una torre tecnologica che si abbinerà perfettamente sia al nuovo ponte, sia al vecchio ponte ferroviario preesistente. Ogni piano avrà la funzione di presentare al visitatore una parte della storica città, ma anche mostrare la Piacenza del futuro. La torre diventa quindi polo di connessione e punto di presentazione della città medesima; essa è girevole, azionata da una turbina in acqua, che la rende completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Le bellezze architettoniche di Piacenza verranno così presentate ai visitatori da una nuova prospettiva; la torre deve diventare luogo e centro della Piacenza che si mette in mostra restituendole quello scenario oggi perduto. Naturalmente, seguendo lo spirito che contraddistingue lo Studio Ponzini, anche questo progetto pone una forte attenzione allo sfruttamento delle fonti rinnovabili, rievocando quel rapporto storico di trasformazione dell’energia dell’acqua in energia meccanica. Volendo utilizzare la forza della corrente del fiume la soluzione scelta consiste nell’impiego di una nuova generazione di microturbine idrauliche, capaci di sfruttare la grande portata del fiume e la velocità della sua corrente; il tutto in assenza di salto idraulico, posizionando la torre in modo che anche in regime di magra fluviale si ottengano ottimi risultati.
Una particolare attenzione alle tecnologie spinge il progettista anche a utilizzare le componenti edilizie per un migliore risparmio energetico; l’edificio sarà realizzato con un isolamento termico il più efficace possibile, compatibilmente con la necessità di disporre di grandi superfici vetrate, secondo l’esigenza funzionale di proporsi come un “punto panoramico“ lungo il fiume.