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Chiesa di San Nicolò
(capogruppo arch. Carlo Ponzini
prof. Andrea Grillo, arch. Aurelio Pezzola,
ing. Paolo Milani)

San Nicolò

Uno dei più grandi architetti del Novecento, Frank Lloyd Wright, sosteneva che “l’architettura non è una professione, ma è la dedizione a qualcosa di sacro”.
Nessun tema è più congeniale all’architetto per sfiorare questa sacralità come l’occasione di progettare una nuova chiesa. L’area presa in esame in un primo momento potrebbe sembrare come un luogo disadorno; si trova infatti a una quota inferiore rispetto a quella naturale del terreno, delimitato da una grande curva della strada dove il traffico sfreccia veloce. Il paesaggio è generato da un insieme di palazzine residenziali, anonime nella loro omologazione; un’area dunque che risulta zona periferica. Nel configurarsi, il progetto produce un effetto sorprendente: il costruito non è più un insieme di elementi convenzionali che si aggregano, ma si traduce in un percorso che conduce al luogo mistico. Una composizione di elementi che intendono sottolineare la trasfigurazione di questo luogo nei confronti del contesto e ricandidare tutta l’area a disposizione come un grande “spazio mistico”. La tensione viene generata da un arco piantumato da cipressi in duplice filare, per delimitare il confine tra le strade e il luogo sacro. Inoltre l’acqua viene utilizzata come delimitazione di uno spazio “metafisico”:

una vasca profonda pochi centimetri dove, in un ricircolo, la stessa acqua verrà mantenuta pura e
con artifici garantirà vita ai pesci. In tale atmosfera, si proietta una strada porticata che tutti dovranno necessariamente attraversare prima di entrare nel luogo sacro. Il percorso produrrà l’emozione i camminare sotto un portico parallelo all’acqua, per entrare in chiesa attraverso un ponte che conduce direttamente alla croce. Osservando con attenzione l’area studiata, nel lato settentrionale esiste un asse est-ovest parallelo alla via che più a nord, provenendo da Piacenza, passa nei pressi della vecchia parrocchiale; questa direttrice – che già allo stato attuale investe un interessante ruolo microurbanisticose  progettualmente potenziata con viali alberati, percorsi pedonali e ciclabili, potrebbe determinare un asse ideale e strategico come ulteriore ingresso alla nuova chiesa.Il riscatto di questo lotto di risulta periferico, oltre alle spazialità mistiche del grande sagrato piantumato a nord e dello specchio d’acqua anch’esso alberato a sud, necessitava di alcuni elementi salienti in grado di comunicare immediatamente l’identità della chiesa, dell’edificio religioso nei confronti dell’anonimato circostante. L’architetto Ponzini si è posto dunque il problema progettuale di caratterizzare la struttura dedicata al culto, con la grande forma che si configura nella rotonda e che diventa immediatamente un edificio ben riconoscibile.Tutto il nuovo complesso e gli elementi che lo compongono, come la rotonda della chiesa, la ghiera secondaria delle cappelle laterali e della sagrestia, del battistero, della canonica, il volume delle sale pastorali e la torre campanaria, sono in mattoni. Il progetto, nel linguaggio strutturale, trova nel cotto un unicum; con le coperture del contesto limitrofo, si riproponecosì in un dialogo a distanza con le architetture storiche, assumendo l’aspirazione di diventare un nuovo riferimento contestuale dell’area come fosse generato da una memoria atemporale. Soltanto i portici della stoà, in doppio volume e paralleli all’acqua, con l’ingresso a sud e il portico con loggiato nell’ingresso alla chiesa e alla canonica, sono intonacati in calce. Tutti i percorsi esterni e la piazzetta alla quota inferiore sono in cotto, in sestino, contenuti da cordoli in pietra. Mentre per la parte interna della chiesa il coordinamento architettonico si è necessariamente intensificato, dando luogo a una progettazione integrata.All’interno della chiesa, il cotto impiegato nelle pavimentazioni esterne si integra con il marmo rosso Verona o Asiago, in contrasto cromatico con tutto l’apparato scultoreo in Botticino, dove tutta la realizzazione dell’altare, ambone, fonte battesimale, custodia eucaristica, acquasantiere, immagine mariana, via crucis, si inseriscono organicamente nello spazio, secondo una unità concettuale “globale” e di ispirazione. In particolare, la “via crucis”, che disegna un itinerario, corre sul pavimento, lungo il muro perimetrale, opportunamente illuminata da luce naturale e artificiale, e che nella continuità del “percorso” vorrebbe alternare le singole formelle delle diverse “stazioni” con motivi di ornamento e di rilievo.Questi elementi, nel loro insieme, diventano un sistema narrativo coerente e comprensibile, in un programma iconografico unitario, parte integrante di un’unica “installazione” che trova fulcro nell’altare.
La grande rotonda risulta interamente intonacata di bianco al fine di esaltare la cascata di luce che scenderà lungo tutta la ghiera perimetrale, dando alla copertura una configurazione di astrazione e sospensione, che contribuirà ad accentuare il senso dello spazio mistico. La luce si modellerà anche lungo una membrana studiata appositamente per ottimizzare la resa acustica. La grande croce posta sull’asse principale e tutte le porte di ingresso all’aula sono state progettate in corten, materiale scelto sia per la sua affinità cromatica con il mattone, ma soprattutto per la sua capacità di rinnovamento nei confronti delle pietre traforate delle cattedrali gotiche. Sull’abside che ospiterà la croce e sulla scultura mariana scenderà una luce dall’alto catturata appositamente alle prime luci del mattino.In questa fase, sia pure ancora preliminare, la progettazionedello Studio Ponzini ha tenuto conto inmodo determinante anche delle caratteristiche deimateriali, di una loro fattibilità tecnica ed economica. Di conseguenza il progetto ha adottato una tecnologiarivolta alla sostenibilità con sistemi innovativi: 

pompe di calore geotermiche, unità a infrarossi,gruppi di deumidificazione integrati, recupero del
calore e dell’umidità, recupero delle acque piovane, gestione domotica degli ambienti, impianto di illuminazione ad alta resa con bassi consumi, led, ioduri, lampade fluorescenti, pareti ventilate, pannellidi tamponamento in legno atti a contenere al massimo le dispersioni termiche, impianto fotovoltaico di ultima generazione fatto di tubi in vetro rivestiti da cellule amorfe.

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